Buongiorno a tutti i nostri cari lettori. Con il post di oggi vogliamo darvi un consiglio che può tornarvi molto utile se state organizzando un viaggio in Montenegro.
Abbiamo visitato un po’ i Balcani ultimamente e vogliamo parlarvi delle strade in Montenegro.
Durante questo nostro ultimo viaggio abbiamo potuto toccare con mano la situazione della viabilità in diversi stati dei Balcani. Oggi in particolare vogliamo concentrarci sul Montenegro.
Durante una tappa del nostro tour abbiamo deciso di attraversare il Montenegro andando da Trebinje (Bosnia) a Cetinje, vecchia capitale dello Stato.
Il navigatore ci ha consigliato una strada ma noi abbiamo preferito prenderne un’altra più costiera.
Il giorno dopo da Cetinje siamo tornati a Trebinje percorrendo la strada suggerita, perciò abbiamo modo di parlare di entrambi i percorsi.
In questo post parleremo sicuramente di alcune criticità che però vanno messe in conto se si vuol visitare la zona dei Balcani. Vedremo anche come tutto era facilmente prevedibile, per cui la colpa principale è da ricercare in noi stessi. Abbiamo pianificato male le nostre tappe, prevedendo circa 150/200 chilometri al giorno senza pensare che avremo avuto una velocità media di percorrenza davvero bassa. Il nostro è stato un mero problema organizzativo. Abbiamo sottovalutato alcuni aspetti di questo viaggio on the road nei Balcani. Il post di oggi infatti nasce proprio per darvi utili elementi di valutazione e aiutarvi a organizzare al meglio il vostro tour. I Balcani sono davvero belli sia dal punto di vista paesaggistico che culturale. Lungi da noi il voler scoraggiare un vostro viaggio, anzi siamo qui proprio a consigliarvi di andarci il prima possibile!!
La Baia di Kotor
Una volta entrati in Montenegro dalla Bosnia abbiamo affrontato un primo casello in cui pagare un piccolo pedaggio. Da quel momento una strada principale ci ha portati fino alla costa. La strada costiera era scorrevole e abbiamo potuto ammirare dei paesaggi davvero fantastici. Andando avanti ci siamo avvicinati alle Bocche di Cattaro e purtroppo ci siamo infilati in una situazione sicuramente prevedibile, ma non del tutto piacevole. La strada iniziava letteralmente a lambire la costa attraversando tutti i centri abitati. Ci siamo ritrovati nel traffico di vacanzieri e turisti del “balneare”. Per noi che eravamo solo di passaggio è stata come una coltellata, gente che parcheggiava, gente che usciva eccetera eccetera.
Per superare la baia di Kotor in maniera rapida c’è un traghetto. Per nostra sfortuna abbiamo trovato molta fila e ci è stato consigliato di proseguire via terra.
Lo scenario è stato ancora una volta il protagonista del percorso. La natura qui è stata davvero generosa, l’occhio non potrebbe mai stancarsi di certi pedaggi.
Girare tutta la baia ci ha impiegato un’ora abbondante di cammino a velocità medio-bassa.
La strada dei Tornanti
Una volta terminato il giro intorno alla baia, il navigatore ci ha portati verso una strada in salita. Stavamo per imboccare quella che avremmo scoperto in seguito essere una delle più famose strade di tornanti al mondo. Abbiamo percorso quella che poi abbiamo scoperto chiamarsi la P-1.
La strada è iniziata in maniera abbastanza tranquilla, e tutto sommato non è mai stata un vero e proprio incubo. Io onestamente la rifarei ancora, solamente con un po’ di consapevolezza in più. Dopo i primi tornanti intervallati da rettilinei abbastanza lunghi però la situazione si è fatta un tantino più difficile. Man mano che si saliva in quota i tornanti erano sempre più ravvicinati e la strada si stringeva leggermente. Il vero problema riscontrato è stato soprattutto il dover incrociare autobus gran turismo.
Salendo sulla montagna però si aveva un panorama indescrivibile. La baia di Kotor era sotto i nostri occhi in tutto il suo spettacolo. Purtroppo data la grande attenzione da dedicare alla guida non abbiamo scattato foto con la reflex. In cima alla salita c’era un bar con una piazzola ma eravamo davvero esausti dopo le innumerevoli ore di guida fra traffico e difficoltà. Siamo davvero dispiaciuti ma non eravamo in grado di goderci a pieno lo spettacolo.
Da notare che abbiamo scoperto la miticità della strada dei tornanti di Kotor solo in un secondo momento. Navigando in rete infatti abbiamo trovato questo sito che vi invitiamo a visitare.
Subito dopo aver valicato il monte è iniziata una strada che si alternava in tratti nuovissimi appena costruiti, larghi e ben asfaltati, e tratti di strada vecchia su cui erano in corso proprio i lavori di ammodernamento e ampliamento. Qui abbiamo avuto altri disagi che però credo possano essere limitati a quest’anno. Se avete in mente di andarci dal 2018 in poi credo proprio che troverete una situazione più che agevole.
Da Cetinje a Tribinje
Il giorno dopo, per via dello stress della giornata precedente, abbiamo deciso di non proseguire nell’entroterra, bensì di iniziare a percorrere qualche tappa per poi rientrare in Italia via terra.
Quella mattina abbiamo deciso di tornare verso Trebinje, in Bosnia. L’obiettivo finale era qualche giorno di mare nella regione di Zara. Avendo la stessa destinazione da cui eravamo partiti il giorno prima abbiamo ben pensato di percorrere la strada suggerita. Evitare la costa e la strada dei tornanti era la mossa più azzeccata. Il navigatore ci suggeriva la P-15 per poi andare sulla P-23. Ad essere onesti crediamo che questi siano stati i 40/50 chilometri peggiori di tutto il nostro viaggio. La strada attraversava i monti internamente, fra boschi e piccolissimi gruppi di case sparse. La carreggiata non era tanto larga e le indicazioni erano davvero scarsissime.
In tutto il tragitto abbiamo incontrato al massimo 5 o 6 persone ed incrociato una sola macchina, a dirla tutta per lunghi tratti non c’era segnale per il cellulare e addirittura l’autoradio non trovava neanche una stazione FM. Ad un certo punto abbiamo trovato una ruspa che buttava a terra massi, per allargare un punto della strada. I due operai gentilissimi ci hanno liberato la carreggiata in 10 minuti, permettendoci di proseguire e incoraggiandoci ad andare avanti, mancavano solamente 30km all’imbocco della P-11 a scorrimento veloce.
Per via delle curve strette e con scarsa visibilità, ma anche per questioni di sicurezza, abbiamo viaggiato pianissimo per questo tratto. Abbiamo raggiunto la P-11 dopo oltre 2 ore fatte in seconda e terza marcia. Ore di cammino spaesato e preoccupato. Ci piace ripensarci ridendo però sono brutte sensazioni che in quei momenti non auguro a nessuno. Quando la P-23 ha iniziato a scendere verso una vallata abbiamo visto la strada a scorrimento veloce in lontananza. Vedere una strada ampia e percorsa da auto, furgoni, camion, ci ha fatto tirare un sospiro di sollievo. Dopo ore di “rigoglioso deserto” tornavamo alla civiltà.
Le dogane in Montenegro
Dopo avervi parlato delle strade in Montenegro vogliamo completare il quadro accennando qualcosa sulle dogane. Abbiamo attraversato la dogana Fra Bosnia Herzegovina e Montenegro due volte, in due punti diversi. Dobbiamo dire che i controlli si limitano ai documenti, ma sono accurati. Non ci hanno controllato la macchina e non abbiamo visto nessuno fermato per verificare bagagli e cose del genere. In tutti i nostri passaggi è bastato far vedere i passaporti, il libretto di circolazione e la carta verde dell’assicurazione. Dopo una verifica di qualche minuto ci siamo guadagnati il nostro “passaggio” e anche un nuovo timbro sul passaporto.
Speriamo di avervi dato utili consigli per il vostro viaggio nei Balcani e in Montenegro. Questo racconto ci è servito a buttare via un po’ di tensione, sperando di non aver trasmesso negatività, ma magari voglia di avventura. Pianificate bene le tappe e magari non improvvisate come purtroppo abbiamo fatto noi, andrà tutto più che bene.
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