Di ritorno da un viaggio si vivono i ricordi più belli, quelli ancora nitidi e reali che andando avanti (purtroppo) verranno artefatti dalle azioni del nostro cervello.
Ma credo che il ritorno da Marrakech possa mantenere la nitidezza di alcuni ricordi per più tempo del normale. Le sensazioni e le esperienze vissute hanno davvero abbracciato i 5 sensi in tutto e per tutto. Ogni occasione è buona per ritornare indietro con la mente. Vogliamo approfittarne per condividere quanto più possibile con voi lettori.

Ieri camminando per Roma sotto un caldo micidiale mi sono imbattuto in un gatto morto, in un’aiuola. Essendo un passante abituale avevo visto l’animale steso lì già qualche giorno prima. Nel frattempo, complice la temperatura, lo stato di decomposizione è andato parecchio avanti. Lo so, l’immagine non è delle migliori, ma sapete com’è, il bello di certi viaggi sta proprio nel creare dei link con la vita quotidiana.
Bene, tornando a noi, avvicinandomi sempre più al punto in cui giaceva (e forse giace ancora) il povero gatto, sentivo un pesante odore di morte, di decomposizione, ma che al tempo stesso mi faceva ritornare alla visita al mercato delle pelli e al souk delle concerie di Marrakech. In qualche modo controbilanciavo i concetti negativi con quelli relativi all’economia di una parte di una città. Un’economia basata appunto sulla lavorazione delle pelli, sul lavoro artigianale e sul loro commercio. Chiudendo gli occhi per qualche attimo potevo ritornare sotto il sole caldo del Marocco. Immergermi fra cartelli e linguaggi incomprensibili, fra le immagini più poetiche della vita quotidiana della Medina.
Quello di cui voglio parlarvi, venendo al punto della questione, è il mercato delle pelli e il Souk delle concerie di Marrakech.

Il mercato delle pelli di Marrakech

Il mercato delle pelli si trova a est della Medina, in un piazzale realizzato a ridosso delle mura. Il piazzale è circondato da un porticato e ha proprio nel mezzo una ampia parte coperta. Qui ogni giorno vengono scaricate e ammucchiate pelli di ogni tipo, realizzate soprattutto nel circondario della città, ma anche nel souk quasi adiacente. E’ possibile assistere alle compravendite, alle aste e ai vari trasporti del pellame. Noi siamo rimasti molto colpiti dall’importanza che queste pelli, vendute ancora grezze, hanno per l’economia locale. Qui abbiamo visto i pick-up più costosi di tutto il nostro viaggio, forse a dimostrazione del fatto che questo commercio risulti abbastanza redditizio. Il piazzale è inevitabilmente sporco, per terra uno strato di sale aiuta a disinfettare il suolo e l’odore è molto forte, ma comunque sopportabile.
Pubblichiamo un paio di foto scattate qui, potrete vedere persone raggruppate a contrattare e mucchi di pelli grezze.

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Le concerie di Marrakech

Si parla spesso delle concerie di Fes che sono più grandi e visitabili di quelle di Marrakech. Se visitate Marrakech però non potete esimervi dal farci comunque una capatina. Forse non è l’attrazione più bella ed educata, ma rappresenta una porzione importante di cultura popolare di questa terra.
Le concerie di Marrakech si trovano a poca distanza dal mercato di cui parlavamo prima. Per raggiungerle questa volta bisogna entrare fisicamente nella Medina, attraversando una porta e addentrandosi una cinquantina di metri nel quartiere. La prima impressione che si ha attraversando la porta è quella di trovarsi in una zona particolarmente degradata e povera. In questo frangente inizia a riproporsi l’odore intenso percepito già al mercato delle pelli che si fa via via più pesante con l’avvicinarsi alla “zona calda” del souk.
L’ingresso del souk è posto in una semplice stradina. Scendendo e superando la moschea all’angolo si arriva sullo spiazzo dei famosi vasconi delle concerie. In questo punto siamo stati avvicinati da un signore che, senza chiedercelo, ha deciso di farci da guida. (Guida bene accetta dal momento che da questo punto in poi si entra in un’area “di lavoro”, non certamente in una strada qualsiasi aperta a tutti).
Ci hanno dato due rametti di menta, indicandoci di metterli sotto il naso qualora avessimo avvertito un odore troppo sgradevole. Noi eravamo già quasi al limite della sopportazione, quindi abbiamo visto quel rametto come una fonte d’acqua nel deserto.
Entrando nelle concerie abbiamo percorso una stradina che costeggia i vasconi. Qui la guida ci ha spiegato alcune fasi di lavorazione delle pelli, fra cui l’immersione in acqua, ma anche il contatto con cacca di piccione. Bisogna tener presente che qui si parte dalla pelle grezza e si arriva al cuoio o ad altri risultati raffinati. Si lavorano diversi tipi di pellame e tutto il processo comporta il contatto con residui di scarto e materiali in decomposizione. I lavoratori di questo souk sono veri e propri artigiani che si incaricano di tutto il “lavoro sporco“, per arrivare a dei risultati di estrema qualità. L’odore delle pelli in lavorazione unito a quello dell’acqua stagnante e di tutti i vari agenti impiegati rendono l’aria davvero irrespirabile.
La visita dura relativamente poco, forse una decina di minuti in tutto. In fondo alla stradina una simpatica capretta ci ha raggiunti riuscendo a strapparmi il rametto di menta dalla mano.
Ecco qualche nostra foto delle concerie di Marrakech.

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Ritrovarsi in un negozio senza sapere come

Una volta usciti dal souk, come per magia, ci siamo ritrovati nel negozio di articoli in cuoio e pelle di un amico/parente della guida. Qui ci sono stati mostrati vari articoli con garbo e gentilezza nonostante la porta chiusa alle nostre spalle. Noi eravamo intenzionati a prendere un borsone da usare come bagaglio in stiva per il ritorno. Non riuscendo ad accordarci sul prezzo, poi, abbiamo comunque scambiato qualche battuta e siamo andati via.
Ora vorrei dire che, nonostante le di recensioni di esperienze negative lette, noi siamo stati benissimo nel visitare questo souk. Non abbiamo avvertito situazioni strane che vengono spesso descritte da altri visitatori. Non ci siamo sentiti obbligati nell’acquistare alcuna merce nel negozio della guida. Non ci è stata richiesta una mancia per la visita. La guida era collegata al negozio e quindi avrebbe guadagnato dall’eventuale vendita.
Per questo motivo possiamo dire che con un po’ di attenzione si riesce a ricevere tutto ciò che di positivo può offrire un’esperienza e una visita del genere.
Consigliamo davvero a tutti di visitare questo souk!

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